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Epistolario
di Giovanni Paolo II
di
Antonio Socci tratto da "Il Giornale" Proprio
in questi giorni di «allarme terrorismo»
sull'Europa e l'Italia, arrivano sorprendenti novità
su due misteri «apocalittici»: Medjugorje
(dove la prospettiva dei «dieci segreti»
è ormai vicina e disvelarsi) e Civitavecchia
(con quelle lacrime di sangue della Madonnina che,
secondo autorevolissimi interpreti, riguardano direttamente
il futuro prossimo dell'Italia). Due casi, come si
sa, molto legati: la statuetta di Civitavecchia veniva
appunto dal villaggio dell'Erzegovina dove da 24 anni
avvengono le apparizioni della Vergine. Al centro
delle due novità di queste ore si trovano Giovanni
Paolo II e Benedetto XVI. E sono due casi seri al
contrario di quello che i giornali hanno montato strumentalmente
su Harry Potter.
Dunque il vescovo di Civitavecchia, monsignor Grillo,
si trovava alla riunione della Cei di fine maggio
e lì ha incontrato papa Ratzinger. All'inizio
il Santo Padre gli ha chiesto come va a Civitavecchia,
hanno parlato affabilmente e alla fine il pontefice
gli ha detto queste testuali parole: «La Madonna
farà cose grandi». Parole che certo non
sono ancora un ufficiale riconoscimento del miracolo,
ma che - dopo i recenti interventi televisivi di un
prelato, assai liquidatori con quelle misteriose lacrime
- rappresentano un autorevolissimo segno di apertura
della Chiesa, tanto che il vescovo di Civitavecchia
le ha fatte stampare sulla copertina del giornale
del santuario (parole che fanno seguito alla clamorosa
notizia, rivelata da Andrea Tornielli sul Giornale,
per cui Giovanni Paolo II volle avere per qualche
giorno la statuetta nel suo appartamento per pregare
e ha lasciato uno scritto di suo pugno che lo attesta).
Anche su Medjugorje le novità vengono
da ciò che ha lasciato il Papa. Il famoso poeta
e giornalista polacco Marek Skwarnicki, che collaborò
con il cardinale Wojtyla a Cracovia, pubblicherà
in ottobre, in Germania, il suo epistolario con Karol
Wojtyla. Sono state anticipate quattro lettere del
Santo Padre indirizzate al poeta e alla moglie Sofia,
nelle quali risulta chiaramente che il grande pontefice
polacco era personalmente convinto delle apparizioni
di Medjugorje e ne sottolineava il significato decisivo
e «drammatico» per l'umanità.
C'erano già molte testimonianze di vescovi
o ecclesiastici che riferivano, nel corso degli anni,
parole di devozione di Papa Wojtyla per la Madonna
di Medjugorje. Ma adesso queste lettere autografe,
pur non essendo ufficiali, peseranno ancora di più.
Dunque il 30 marzo 1991 il Papa scrive un saluto ai
coniugi Skwarnicki in pellegrinaggio a Medjugorje.
Il 28 maggio 1992 di nuovo invia queste parole ai
due coniugi: «E adesso ogni giorno torniamo
a Medjugorje in preghiera». L'8 dicembre
1992 il Pontefice traccia di suo pugno, dietro un'immagine
di auguri natalizi, questa riflessione: «Ringrazio
la Signora Sofia per tutto ciò che riguarda
Medjugorje. Anche io con la preghiera vado là
ogni giorno come pellegrino: mi unisco nell'orazione
con tutti coloro che pregano là o che ricevono
da là una chiamata alla preghiera. Oggi abbiamo
compreso meglio questa chiamata. Gioisco perché
il nostro tempo non è privo di persone di preghiera
e di apostoli».
Ma più significativa di tutte è la quarta
missiva pontificia, scritta il 25 febbraio 1994: «La
Signora Sofia mi scrive a proposito dei Balcani. Io
penso che Medjugorje sia meglio compresa adesso. Questa
“urgenza” della Madre è meglio compresa oggi
che vediamo con i nostri occhi l'enormità del
pericolo. Allo stesso tempo la risposta su questa
via di una preghiera speciale, proveniente da persone
di tutto il mondo, ci riempie di speranza che anche
là il bene prevarrà. La pace è
possibile, questo è stato il motto della giornata
di preghiera preparata da una speciale sessione in
Vaticano... Forse è anche grazie a questo che
l'Europa sta tornando in se stessa. Pure in Polonia
la gente sta tornando in se stessa, come risulta dalla
sua lettera. Probabilmente sarà più
facile per loro accettare che il Papa (nel suo ultimo
viaggio, ndr) non abbia predicato “la vittoria della
democrazia”, ma abbia ricordato loro il Decalogo.
Vi benedico».
In effetti Wojtyla in Polonia, dopo il crollo del
comunismo, sorprese molti indicando la nuova, vera
meta: la conversione. È questa anche «l'urgenza
della Madre» che vuole salvare l'umanità.
Per il Papa infatti non bastava aver abbattuto il
comunismo, ora bisognava che l'Europa ritrovasse Cristo,
le sue radici cristiane, perché solo così
poteva evitare nuove tragedie e nuove orrende minacce.
Urgeva ed urge un cambiamento di rotta.
Se oggi la spensierata regina d'Inghilterra annuncia
che i britannici non cambieranno il loro modo di vita
per il terrorismo, un'altra giovane Regina, che la
Chiesa venera come Regina del Cielo e della terra,
sta accoratamente lanciando, da anni, un appello opposto:
cambiate il vostro modo di vita se volete salvare
voi stessi, i vostri figli, il vostro mondo. Cambiate
mentalità, convertitevi se volete evitare la
catastrofe. È questo il senso profondo di Medjugorje
(e di Civitavecchia). Un messaggio fatto suo da Papa
Wojtyla. È come l'appello del profeta Giona
alla città di Ninive («ancora 40 giorni
e Ninive sarà distrutta»): la città
si convertì e si salvò.
Fino a ieri poteva sembrare «astratto».
Oggi tutti possono capirne la drammatica concretezza.
Oggi che l'incubo del terrorismo - che potrebbe presto
disporre di armi di distruzione di massa - si è
spostato sull'Europa e i governi ammettono apertamente
la loro sostanziale impotenza (infatti, nonostante
apparati di intelligence e sistemi di sicurezza, la
catastrofe, dicono, prima o poi è certa). Oggi
che anche la prospettiva dei cosiddetti «neocon»
si rivela in parte illusoria (perché non c'è
guerra preventiva che di per sé possa scongiurare
nuovi e peggiori 11 settembre). In questa sostanziale
impotenza dell'Occidente a difendersi (a volte anche
la non volontà di farlo), per milioni di persone
l'unica speranza è quella indicata provvidenzialmente
dalla Madonna che ripete: preghiera, penitenza e conversione
(«con la preghiera potete allontanare anche
le guerre», ha affermato a Medjugorje).
È la stessa via che fu indicata a Fatima (non
aver ascoltato ha provocato enormi drammi nel Novecento).
Riecheggia le parole di Gesù: «Se non
vi convertirete perirete tutti».
Del resto da questi due luoghi del Mistero su cui
la Chiesa riaccende la sua attenzione, due luoghi
dove si verificano eventi, grazie e guarigioni prodigiose
che la scienza non è assolutamente capace di
spiegare, non arriva un messaggio di paura, ma di
pura speranza. La mattina del 2 maggio scorso, apparendo
a Mirjana Dragigevic a Medjugorje, la Madonna - come
la regina Ester che salvò il suo popolo in
pericolo - le ha trasmesso questo messaggio per tutta
l'umanità: «Cari figli, sono con voi
per portarvi tutti verso mio Figlio. Desidero portarvi
tutti alla salvezza. Seguitemi, perché solamente
così sarete capaci di trovare la vera pace
e la felicità! Piccoli miei, venite con me!».
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